mercoledì 3 agosto 2011

"Grande e piccolo schermo"

Le collaborazioni con il mondo cinematografico e quello televisivo sono ormai sempre più frequenti ed è con grande piacere che vi riveliamo in anteprima la sponsorizzazione di numerose produzioni, da qui ai prossimi mesi, da parte della nostra azienda.
Una di queste rappresenterà il debutto del 3D nella commedia, “Com’è bello far l’amore”, ultima fatica del regista Fausto Brizzi (“Notte prima degli esami”), in uscita nei cinema il prossimo inverno con un cast di livello tutto italiano: Claudia Gerini, Fabio De Luigi, Filippo Timi.

Questa che potete leggere qui di seguito è un’intervista rilasciata qualche settimana fa a “La Repubblica”, proprio dal regista.


“Non avrei potuto sopportare che gli americani girassero la prima commedia in 3D, colonizzando anche il feudo cinematografico italiano”. Fausto Brizzi, capelli a spazzola e maglietta dedicata a Jeeg Robot, degli anni ’80 come lui, spiega il suo esordio nella terza dimensione cinematografica.
Com’è bello far l’amore, prodotto da Medusa con 6 milioni di euro, è uno dei maggiori investimenti italiani nella tecnologia stereoscopica. Sarà in sala il 12 febbraio 2012.

Brizzi, il set parte lunedì prossimo. Pronto per il 3D?

“Preoccupato, ma preparato. Ho spedito il direttore della fotografia a studiare in California. Gireremo con quattro telecamere tridimensionali, roba seria. Rispetto al 2D bisogna imparare qualche trucco: le scenografie devono essere più accurate, i campi lunghi funzionano più dei primi piani. Le riprese sono più spettacolari, il film meno piratabile. Ma è sempre la storia che conta”.

E qual è?

“Racconto la crisi sessuale di due quarantenni, Claudia Gerini e Fabio De Luigi, che non lo fanno più. Una coppia in cui le famiglie italiane si immedesimeranno. I ragazzini riconosceranno i loro genitori, gli adulti impareranno qualcosa: il film è il percorso verso una nuova iniziazione sessuale. Perché la coppia chiede aiuto al migliore amico di lei, un pornodivo filosofo, Filippo Timi, che impartisce consigli molto piccanti e diventa punto di riferimento anche per il figlio diciottenne”.

Perché un film sulla crisi del sesso?

“E’ un fenomeno in aumento, anche se non se ne parla. Ho 42 anni, i miei amici sposati mi dicono tutti la stessa cosa. Per chi attraversa questa crisi vedere il mio film sarà come andare a scuola. Ho usato come consulente un vero pornodivo, Franco Trentalance. Mi ha insegnato un approccio al sesso più smaliziato e meno ossessivo”.

Nessun riferimento all’attualità?
“Le prime pagine dei giornali sono da fantascienza. Quando leggo di Bunga Bunga e del caso Strauss-Kahn mi chiedo: ma quale sceneggiatore ha scritto questa roba? Sembra che se a settant’anni non hai quattro fidanzate sei un fallito. Con il mio film riporto tutto alla normalità, riparto dalla copia. Dal sesso non banale, ma sentimentale”.

In vent’anni ha scritto dieci cinepanettoni e girato sei commedie. Mai pensato a una svolta impegnata?

“Il massimo dell’impegno è stato il soggetto sulle escort di Nessuno mi può giudicare, scritto per Massimiliano Bruno. Andare oltre non mi diverte, la mia storia è un’altra. Sono cresciuto alla scuola di Neri Parenti, ho imparato molto da Piero DeBernardi, anche se Amici miei-Come tutto ebbe inizio non ha avuto il successo sperato. Dai maestri della commedia ho ereditato il metodo di lavoro, conviviale. Io e gli sceneggiatori ci vediamo tutti i giorni: facciamo colazione, scriviamo, discutiamo, parliamo di film. Funzionava negli anni ’60, funziona anche nell’era 3D”.


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